Leggendo le definizioni tratte da scritti di Vitruvio ed alcuni articoli dal Web, mi stavo seriamente interrogando in merito al fatto, se fosse ancora possibile parlare realmente di vera Architettura – o di un elemento definito come tale dalla stessa – piuttosto che affermare una resa definitiva rispetto a forme di edilizia costruite attorno alla mera normativa ed un oculato business planning.
Da qui la necessità di percorrere a ritroso, un cammino che determini una visione olistica di qualsiasi opera rivolta all’umano godimento.
Cito:
“Una delle definizioni più antiche risale a Marco Vitruvio Pollione: l’architettura è un insieme di tre fattori:
- firmitas (stabilità)
- utilitas (utilità)
- venustas (bellezza o piacere)
In altre parole vi si mischiano qualità:
- strutturali
- funzionali
- estetiche
Senza stabilità l’architettura è pericolosa ed effimera; senza utilità l’architettura fine a sé stessa è semplicemente una scultura in larga scala; senza bellezza (come sottolineano Ruskin, Le Corbusier e Pevsner) si parla solo di edilizia….
In ogni edificio questi tre aspetti sono di vitale importanza, anche se durante le epoche storiche non sempre ebbero il medesimo peso. …
Questi tre fattori possono essere messi in una ipotetica scala gerarchica: un edificio ha innanzitutto bisogno di stare in piedi, poi può ricoprire una funzione per la società, infine può essere costruito secondo criteri estetici; ma l’attenzione alla bellezza non può venire prima dell’attribuzione di una destinazione, né qualsiasi uso o decorazione possono essere messo in atto se manca la stabilità strutturale. …
L’edilizia in genere può essere definita come la costruzione di edifici per fini pratici (difendersi dagli agenti atmosferici): non è necessariamente contemplata la componente estetica, cioè non è detto che vengano dati all’edificio connotati di “bellezza”.
…. In altre parole serve che ci sia un elemento di “gratuità” intesa nel senso greco del termine (di bellezza, grazia, e di gratuità come la intendiamo noi), cioè una ricerca del bello senza condizionamenti. Si esprime così la volontà di espressione dell’architetto determinata dal suo sentire estetico e artistico. …
Tra i tre elementi basilari dell’architettura quello visivo, in senso spaziale e monumentale, è quello che ci impressiona maggiormente. Le qualità strutturali (cioè come l’edificio faccia a stare in piedi) sono infatti spesso nascoste o pienamente comprensibili solo dagli esperti del settore; le qualità funzionali sono invece spesso date per scontate od ovvie e sebbene ci possano impressionare positivamente non riescono a colpirci profondamente come la monumentalità.” tratto da Wikipedia
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